La cartina mostra una diffusione preoccupante della legionella e la realtà italiana risulta essere la più acuta. I dati storici sono allarmanti:
Anno N°
2015 1.572
2016 1.733
2017 2.037
2018 3.018
2019 3.143
N° di casi ogni 100.000 abitanti
La direttiva europea riferita alla potabilità dell'acqua non contempla specifiche tali da fornire indicazioni utili contro la legionella. In Italia, l’Istituto Superiore di Sanità (ISS) ha redatto un Rapporto ISS-COVID19, emanato in seguito alla chiusura delle strutture ricettivi causa pandemia, in cui si possono ottenere valide raccomandazioni anche per gli edifici residenziali.
Rapporto ISS >>
Uno studio dell’ISS specifico sulla legionella è in fase di sviluppo e ha come obiettivo quello di individuare metodi alternativi per la prevenzione e il controllo della contaminazione degli impianti idrici da legionella.
Da un punto di vista pratico, in prima battuta occorre evitare che si creino le condizioni favorevoli alla proliferazione dei batteri, e in questo senso l’impostazione di temperature elevate (60 °C) e il trattamento delle acque e della rete di distribuzione costituiscono un primo valido approccio.
Esiste una serie di fattori che può concorrere alla proliferazione o all'esposizione alla legionella negli impianti sanitari degli edifici includono:
- stagnazione, zone morte e bassa portata/ridotta velocità;
- materiali che favoriscono la generazione di batteri e la formazione di biofilm (ad esempio canapa, gomma naturale degli O-ring);
- tipi di impianti e installazioni non idonei;
- trattamento insufficiente delle acque;
- temperature dell'acqua compresa tra 25–55 °C;
- presenza di biofilm;
- generatori di aerosol (ad esempio soffioni, nebulizzatori, sciacquoni, etc.)